Gli spettacoli medievali

Come si divertiva il pubblico in passato? Dove avvenivano gli spettacoli? Come prepariamo noi Riuros gli spettacoli medievali oggi?

Foto di Nicola Gargani

“Gli acrobati che si abbandonano a vergognose contorsioni, si spogliano senza pudore o si camuffano con dei travestimenti orribili; i parassiti delle corti e dell’entourage dei grandi, che diffondono discorsi calunniosi, insinuanti, inconcludenti, tesi unicamente a dividere e ad infamare; i musici il cui scopo è di allietare il loro uditorio.
Tra quest’ultimi si distingue chi frequenta i balli e le gozzoviglie pubbliche e incitano all’abbandono e quelli che cantano le canzoni epiche e le vite dei santi e consolano i tristi e gli angosciati”.

Così Jacques Le Goff, storico francese, descrive gli artisti, i giullari e i musicisti dei primi del XIII secolo.
Era un periodo storico di travagli sociali e gli artisti si aggrappavano agli elementi tramandati dal teatro greco, ovvero le feste cittadine, i riti e le gare acrobatiche, inoltre la natura degli spettacoli medievali venne divisa in due forme legate alla cultura: una di cultura bassa con una connotazione popolare, l’altra di cultura alta ed elitaria, legata al dramma liturgico latino e a contingenze religiose.

Gli spettacoli medievali avevano luogo in spazi pubblici come le piazze, le strade e le chiese con le eccezioni delle sale private.
Pur non essendo uno storico, mi rendo conto che la definizione di “artista medievale” è logicamente troppo generica dato che parliamo di un periodo di circa 1000 anni e come le storia dimostra, nel tempo anche lo spettacolo e gli artisti sono cambiati.

Presente e Passato

Oggi gli spettacoli medievali offerti nelle rievocazioni, sono spesso relegati a luoghi storici che ospitano eventi per la maggior parte dell’anno, creando una vera e propria connessione con quel medioevo che ha contribuito a formare la nostra cultura.

Oggi come allora, le forme di intrattenimento culturale sono create da artisti di vario genere come giullari, saltimbanchi, acrobati e musicisti ma la grande differenza credo che sia data da come viene concepito oggi lo spettacolo, altamente influenzato dai media come TV e Cinema, in grado di spettacolarizzare la storia rendendola a volte più succulenta e a volte anche fuorviante.

Di certo l’istinto umano verso il divertimento e alla volontà di festeggiare, non è mai cambiato e tra una taverna e l’altra, uno spettacolo e un altro, l’arte dell’intrattenimento si fa spazio nel tempo con forme probabilmente diverse.

Mi chiedo se un tempo l’artista in questione avesse gli stessi pensieri che occupano la nostra mente quando ci presentiamo ad un evento con la nostra musica, che necessita lo guidassero, quali influenze, come percepisse gli spazi ed il pubblico attorno a se’.

Riuros: la preparazione dello spettacolo

Ogni evento ha la sua storia e ogni edizione dello stesso evento non è mai come la precedente.
Oggi, quando arriviamo sul luogo prestabilito, cerchiamo di capire gli spazi a disposizione iniziando ad esplorare le vie, le piazze e le locande (soprattutto le locande!).

Chiacchieriamo tra noi con una birra in mano provando a capire quale potrà essere la percezione del pubblico durante la serata e che impatto potrà avere la nostra musica in determinati angoli, inoltre è molto importante capire le necessità degli organizzatori per adattare il nostro spettacolo all’evento che funzionerà da legante per gli spettacoli medievali serali.

La scelta dei brani

Successivamente iniziamo a pensare ai brani che vengono scelti di volta in volta in base alle attività proposte dall’organizzazione e ai luoghi a disposizione: uno spettacolo itinerante, una cena medievale o un concerto in piazza o su palco offrono situazioni decisamente diverse tra loro.

Ancora mi chiedo che domande si facesse un artista di tempi antichi: come cambiavano i suoi spettacoli in base al pubblico, se si accordava con i locandieri per intrattenere i clienti, se dovesse litigare con i mercanti vicini per l’eccessivo volume della voce o della cornamusa!

Inizia così la giornata di spettacolo, fatta di momenti diversi tra loro grazie all’imprevedibilità del pubblico che ad ogni strada o piazza cambia di continuo, così come i set di brani necessariamente variano per esprimere di volta in volta sensazioni diverse ed energie diverse.

La vestizione: l’inizio di ogni evento

Il momento in cui indossiamo la nostra “divisa d’ordinanza” sembra quasi ripercorrere di volta in volta una sorta di ritualità: non vestiamo i panni di due personaggi, ma sembra quasi che il nostro Io venga traslato semplicemente in un’altra epoca; forse ritroviamo noi stessi in un altro tempo, pronti a parlare di noi con la nostra musica e con la musica di quel tempo.
Pantaloni, casacca, cintura, saccoccia e stivali: ogni movimento per indossarli è stato ripetuto decine e decine di volte, ma la sequenza dei movimenti segna il momento in cui sta per iniziare la vera performance.


E’ forse proprio questo che crea un filo diretto con quel passato: pensare che prima di uscire di casa, il musico, il giullare o il saltimbanco seguivano ogni giorno gli stessi nostri movimenti per vestirsi, imbracciando poi gli strumenti del mestiere e dirigersi verso il luogo prestabilito.
E’ tutto questo che ci rende veramente vicini ai nostri “antenati”.

L’arte è il filo che collega la storia

Se, come dicevamo prima, ogni evento ha una sua storia, possiamo dire che all’interno dell’evento stesso, ogni via, ogni piazza e ogni palco hanno anch’essi stessi una loro storia individuale.
Non importa che sia un borgo antico, un castello o un prato: vi è sempre una storia da ascoltare tra le rocce e i fili d’erba.
Sicuramente le influenze sociali, mediatiche ed architettoniche di oggi sono decisamente diverse da quelle di secoli fa, ma l’istinto e il piacere rimangono sempre intatti nelle persone, ci piace quindi pensare ad un collegamento vivo tra la voglia di fare spettacolo di ieri e di oggi; chissà se secoli fa, ci fosse un duo formato da cornamusa e percussioni che creavano spettacoli in diverse situazioni, portando in giro ciò che è rimasta veramente intatta nel tempo e che decisamente è un filo diretto tra le epoche: la creatività.

Riferimenti:
– “Il mosaico a specchi. Vol. 3 – Dal Feudalesimo alla guerra dei trent’anni” ed. Editori Laterza Scuola

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